La leggenda della sua fondazione narra che, in occasione della cacciata di Tarquinio il Superbo, i romani gettarono nel fiume le riserve di grano del re, sacre al dio Marte che, ammassandosi proprio dove il Tevere formava un’ansa all’altezza del Foro Boario e coperti dalla melma e da altri detriti trascinati dal fiume, diedero origine all’Isola.
La tradizione più nota, invece, ne collega la fondazione al dio della medicina Esculapio. A causa dell’imperversare di una terribile pestilenza, i romani inviarono un’ambasceria presso il tempio del dio ad Epidauro, dove uno dei serpenti sacri salì sulla trireme romana che stava salpando alla volta di Roma. Durante la risalita del Tevere il serpente scese dalla nave proprio all’altezza dell’Isola Tiberina, annidandosi tra le sterpaglie e scomparendo nelle acque. I romani edificarono in quel luogo esatto un grandioso tempio dedicato al dio della medicina che, soddisfatto, pose immediatamente fine alla pestilenza.
A ricordo dell’episodio, i romani monumentalizzarono la struttura dell’Isola trasformandola in un’imponente imbarcazione con grossi blocchi di travertino, erigendone al centro un obelisco a ricordo dell’albero maestro della nave sul quale si era annodato il serpente sacro di Esculapio.
Il santuario del dio sorgeva sul sito dell’attuale chiesa di San Bartolomeo, costruita per volontà dell’imperatore Ottone III nel 997 d.C. sulle rovine del tempio romano, i cui resti sono ancora visibili nello straordinario sito sotterraneo.
La visita guidata ci condurrà alla scoperta di uno dei quartieri più suggestivi di Roma, restituendocene l’immagine di città bagnata dal fiume. Scopriremo i maestosi templi pagani di Ercole e Portuno, l’Arco di Giano e l’Arco degli Argentari, i resti della Cloaca Maxima e la storia di quella valle dove approdò la cesta con i gemelli Romolo e Remo, portata proprio dalle acque del Tevere in piena fino ai piedi del Ficus Ruminalis.
Raggiungeremo dunque l’Isola Tiberina, attraversando due dei più antichi ponti romani ancora superstiti, Ponte Fabricio e Ponte Cestio, fino alla Cripta della Basilica di San Bartolomeo, un’area archeologica sotterranea sospesa nel tempo, tra le rovine del tempio romano e i resti del primitivo edificio cristiano.