L’antico Campo Marzio romano coincide solo parzialmente con l’attuale rione, estendendosi in origine su una superficie maggiore, entro l’ansa sinistra del Tevere tra Pincio, Campidoglio e Quirinale.
Si trattava dunque di una vasta area pianeggiante dedicata al culto del Dio della Guerra, come suggerisce il toponimo, la cui stretta vicinanza al fiume la rendeva spesso soggetta alle inondazioni e di fatto poco adatta all’urbanizzazione.
La progressiva monumentalizzazione del Campo Marzio, oggi una delle aree di Roma dove sorgono più diffusamente resti antichi, si avviò solo in epoca repubblicana e nel corso dei secoli successivi, fino a diventare uno dei quartieri più popolosi della città.
Questa passeggiata, squisitamente archeologica, ci porterà alla scoperta del grande passato classico di Roma, partendo dalla maestosa area sacra di Largo di Torre Argentina, uno dei più importanti complessi archeologici di epoca repubblicana. Il toponimo moderno deriva dai resti della torre, oggi visibili in Via del Sudario, che faceva parte del Palazzo del Maestro delle Cerimonie Giovanni Burcardo, detto l’Argentinus, poiché nativo di Argentoratum, ovvero l’odierna Strasburgo.
Tra il 61 e il 55 a. C., nella zona immediatamente a ovest dell’area sacra, venne costruito il celebre Teatro di Pompeo, le cui notevoli proporzioni si stendevano fino a lambire i confini dell’area sacra dove, in corrispondenza del Tempio B, si ergeva la grande aula detta Curia Pompeii, utilizzata per lo svolgimento delle riunioni del Senato e dove Cesare, il 15 Marzo 44 a.C., fu pugnalato e ucciso.