Il Pantheon, grandioso tempio solare

Silvia Tofoni

Secondo diversi studiosi il Pantheon, uno dei capolavori dell’architettura romana antica, funzionava come una gigantesca meridiana sferica: ogni giorno a mezzogiorno il sole entra dall’oculo della cupola, proiettando un cerchio di luce verso il lato nord, dove si apre il grande portale in bronzo. A seconda del periodo dell’anno, il cerchio di luce appare ad un’altezza diversa, scandendo il corso di tempo e le diverse stagioni. Al Solstizio d’inverno (21 dicembre), il cerchio di luce appare nel punto più in alto, in corrispondenza della cupola.. Nei giorni degli equinozi invece (21 marzo, 23 settembre) colpisce la parte immediatamente sopra il portale, illuminando anche il cornicione alla base della cupola, che dovrebbe rappresentare l’Equatore. Il 21 aprile, Dies Natalis della città di Roma, il cerchio di luce illumina interamente il portale. Al Solstizio d’estate infine (21 giugno) un grande cerchio di luce appare sul pavimento, quasi al centro.

Un altro interessante fenomeno che è stato notato e studiato nel 2014 è il cosiddetto “Arco di luce”: due volte l’anno (il 7 aprile e il 4 settembre), per alcuni giorni, la luce dell’oculo illumina esattamente, e non casualmente, l’arco posto in corrispondenza del portale di ingresso, il cui profilo, corrispondente allo stesso diametro di 9 metri dell’oculo, risulta perfettamente illuminato. Contestualmente all’esterno, davanti al portale di ingresso, compare un Quadrato di Luce, che ricalca perfettamente il disegno del pavimento: un quadrato di marmo pavonazzetto che racchiude un cerchio di granito grigio.

Consultando il calendario romano, è stato notato che le date in cui compare l’Arco di Luce (nei quattro-cinque giorni attorno al 7 aprile e al 4 settembre) sono estremamente significativi. Il 6 aprile vi era una festa in onore di Diana, dea della Luna, simboleggiata dalla mezzaluna. Il giorno successivo, il 7 aprile, era invece dedicato ad Apollo, il dio del Sole, simboleggiato da un arco. In quegli stessi giorni, dal 7 al 10 aprile, venivano celebrati anche i Ludi Megalenses: feste e banchetti in onore della Magna Mater, una dea Madre identificata con la dea Cibele. Nei giorni intorno al 4 settembre, invece, quando l’Arco di Luce è nuovamente visibile per la seconda volta, venivano celebrati i Ludi Romani  in onore di Jupiter Optimus Maximus, protettore della città di Roma.

Questi suggestivi giochi luminosi sono frutto di elaborati calcoli matematici ed astronomici, e vanno interpretati alla luce della simbologia romana del cerchio e del quadrato, rispettivamente simbolo divino e simbolo terreno. È importante sottolineare che gli elementi che creano questi fenomeni luminosi (l’oculo, il portale di bronzo e l’arco in muratura sopra di esso) sono ancora quelli originali romani: come (quasi) tutto il resto dell’edificio si sono conservati perché nel 609 d.C. il Pantheon è stato donato dall’imperatore Foca a papa Bonifacio IV e trasformato nella Chiesa di Santa Maria ad Martyres.

Gli elaborati riferimenti astronomici del Pantheon corrispondono all’interessante numerologia degli elementi architettonici interni. Ventotto sono i meridiani, vale a dire i cassettoni intorno alla cupola, le colonne e i pilastri all’interno della struttura così come le decorazioni. Cinque sono invece i raggi che girano intorno all’oculus, a loro volta contenenti i ventotto cassettoni. Questo numero, per i Pitagorici, rimandava a Venere e ai cinque pianeti visibili a occhio nudo. Aggiungendovi la Luna, rappresentata dai ventotto cassettoni che rimandano al ciclo lunare (28 giorni) e il Sole presente nell’oculus, ecco simboleggiati i sette corpi erranti. (Mercurio, Venere, Marte, Giove, Saturno, visibili ad occhio nudo, insieme alla Luna e al Sole. Urano invece fu il primo pianeta ad essere scoperto attraverso l’ausilio del telescopio nel 1781). 

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